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Assalto al Reichstag Scenario Wargame

 


Assalto al Reichstag

Berlino 30 aprile 1945

Testi e Scenario a cura di Alessandro Guidi


IL FATTO STORICO

Il settore del Reichstag ricadeva sotto la difesa del Kampfgruppe Anhalt (un raggruppamento ad hoc di unita di polizia e di scorta) comandato dallo SSSturmbannfuhrer (Maggiore) Herbert Kaschula della LSSAH (Leibstandarte SS Adolf Hitler).  

I sovietici supponevano che il Reichstag fosse difeso da almeno 5000 uomini: in realta la difesa tedesca era costituita da soli 550 soldati al comando delllo SSObersturmbannfuhrer (tenente) Gerhard Babick della LSSAH. 

Le sue forze consistevano in un centinaio di uomini della 11° Compagnia del 3° Battaglione della LSSAH, concentrati soprattutto nel Reichstag e negli edifici circostanti con un distaccamento comandato dallo SS-Untersturmfuhrer (sottotenente) Hamann nel Ministero degli Interni. 

Il Kapmpfgruupe Anhalt poteva inoltre contare su 250 marinai inviati dall’Ammiraglio Doenitz come Guardia d’onore per la Cancelleria del Fuhrer. C’erano inoltre un centinaio di Volksturm e HitlerJugend e piu tardi arrivo un distaccamento di 100 paracadutisti della decimata 9° Fallschirmjager-Division. Babick stabili il suo comando nella cantina di un rudere dietro il Reichstag. 

Non c’erano a disposizione armi pesanti: Babick poteva contare su due pezzi antiaerei da 88 mm del V° Flak Korp e su alcune quadrinate da 20 mm. Poteva pero disporre del fuoco di supporto costante dei grossi cannoni da 128 mm piazzati sulla torre antiearea dello Tiergarten a due kilometri di distanza.

Le forze sovietiche avevano raggiunto le sponde del fiume Spree il 28 aprile del 1945: davanti a loro c’era il ponte Moltke, unico accesso alla Koenigsplatze e che conduceva al Reichstag passando pero in mezzo agli edifici distrutti del quartiere diplomatico e del Ministero degli Interni, che i russi chiamavano “la casa di Himmler”: le rive scoscese non permettevano di attraversare il fiume se non passando per il ponte.

Dopo l’ostacolo del Ministero degli Interni e del Quartiere diplomatico la strada era ulteriormente bloccata da un altro ostacolo: erano stati infatti scavati una grande profonda fossa e un canale, che si erano riempiti d’acqua, come parte dei lavori poi interrotti per la nuova fermata della metropolitana.

Il piano dei sovietici era di mandare un paio di battaglioni attraverso il ponte Moltke, occupare il quartiere diplomatico e poi assaltare il Ministero degli Interni con il resto delle forze.

Il 7° Corpo fucilieri aveva a disposizione tre divisioni di fanteria, ognuna formata da due reggimenti di tre battaglioni ciascuno, con 500 uomini per battaglione. La 23° Brigata carri avrebbe agevolato l’assalto con un massiccio bombardamento di cannoni di grosso calibro e di razzi Katyusha.

L’attacco sovietico attraverso il ponte Moltke venne lanciato appena dopo la mezzanotte del 29 aprile 1945 e all’alba gran parte delle 150° e 170° Divisioni di fanteria si erano aperte la strada nel quartiere diplomatico.

I cannoni da 128 della Torre Antiaerea dello Zoo entrarono allora in azione: I carri di accompagnamento superarono la prima barricata ma vennero in gran parte distrutti dai tiri del Bunker dello Zoo sulla seconda barricata all'uscita del ponte; le unità sovietiche giunte sull'altra riva della SpreE vennero contrattaccate durante la notte, mentre i tedeschi rimasti isolati a nord del ponte nel quartiere Moabit partecipavano ai combattimenti.

A questo punto si materializzò un contrattacco tedesco. Un centinaio di paracadutisti della 9° Divisione rimasti tagliati fuori nei locali della dogana della Stazione Lehrter attaccarono all’improvviso attraversando il ponte e dando fuoco alle cariche di demolizione che pero funzionarono solo in parte. Questi uomini si unirono poi ai difensori del Reichstag.

Alle 7 del mattino del 30 aprile i fucilieri della 150 °Divisione di fanteria attaccarono il Ministero egli Interni ma furono respinti, travolti dal fuoco alle spalle proveniente dal Reichstag e dalla Kroll Opera House. I combattimenti furono accaniti e cruenti; si prolungarono per ore a distanza ravvicinata sui vari piani dell'immensa costruzione, mentre alcune stanze erano preda degli incendi.

Fu fatta allora avanzare la 270° Divisione di fanteria a cui fu ordinato di catturare la Kroll Opera House. L’attacco inizio a progredire e furono fatti affluire in rinforzo carri armati, semoventi e lanciarazzi Katyusha per aiutare i fucilieri della 150° Divisione.

Alle 11.30 del 30 aprile parti il secondo assalto che si blocco davanti al canale inondato della metropolitana. I sovietici ci riprovarono alle 13 della stessa mattina ma questa volta furono fermati dai grossi calibri della Torre antiaerea. Nel frattempo la 170° Divisione finiva di ripulire il quartiere diplomatico. 

Alle 6 della sera i sovietici lanciarono l’attacco decisivo supportato da tutti i mezzi disponibili. Le truppe d'assalto si schierarono in prima linea e vennero distribuite una serie di bandiere rosse che avrebbero dovuto essere innalzate sul Reichstag in segno di vittoria. Una, la bandiera N. 5, venne assegnata dal generale Šatilov al comandante del 756o reggimento, colonnello Zincenko, che a sua volta la passo al capitano Neustroev, comandante del I battaglione.

Dopo un pesante bombardamento iniziale l'assalto venne sferrato alle ore 11:30 ma di nuovo incappò in un'aspra ed efficace resistenza da parte dei difensori tedeschi.

Mentre la 150a Divisione del generale Šatilov attaccava con due reggimenti, il 756° a sinistra e il 674° a destra, direttamente attraverso la Konigsplatz verso il canale inondato del tunnel ferroviario in costruzione che sbarrava l'accesso al Reichstag, il 380o reggimento della 171a Divisione, al comando del maggiore Shatalin, avanzò più a nord a partire dalla legazione svizzera. Furono queste truppe soprattutto che subirono forti perdite a causa dei continui contrattacchi tedeschi e di cruenti combattimenti ravvicinati; solo nel tardo pomeriggio i soldati del 380° raggiunsero la linea anticarro piena d'acqua che sbarrava l'accesso all'edificio.

L'assalto decisivo venne sferrato alle ore 18:00 del 30 aprile, mentre il cielo si  oscurava per il calare del sole e per la presenza di intense nubi di fumo e polvere provocate dai continui combattimenti. L'attacco, preceduto da un nuovo bombardamento dell'artiglieria e dei lanciarazzi, venne sferrato da tre battaglioni con grande energia; i soldati sovietici caricarono attraverso la Konigsplatz, superarono il fossato parzialmente allagato del tunnel in lavorazione e, protetti in parte dal tiro dei carri armati che si erano avvicinati alla trincea, raggiunsero la scalinata del Reichstag.

Usando orizzontalmente un mortaio gli assaltatori riuscirono ad aprirsi un passaggio nelle porte sbarrate del Reichstag e ad entrare dentro.

Ne seguì un terribile scontro a corpo a corpo, stanza per stanza, piano per piano. A questo punto una squadra sovietica telefono al comando dicendo di aver raggiunto il primo piano.

La squadra speciale portabandiera n° 5 fu subito inviata con gli ordini di piantare la bandiera sovietica sul tetto del palazzo ad ogni costo prima di mezzanotte. La squadra trovo il modo di farcela e pianto al bandiera in una statua danneggiata sul tetto mentre nei piani sottostanti continuava la battaglia.

La bandiera della famosa fotografia fu issata dal Capitano V.N. Makov e da un gruppo di artiglieri al suo seguito: in quel momento tuttavia nessuno poteva vedere lo stendardo e nessun fotografo era disponibile per riprendere la scena simbolica della vittoria sovietica a Berlino. L'impresa fu immortalata il 2 maggio dal celebre fotografo Evgenij Chaldej che ricreò la scena della bandiera rossa sventolata sul Reichstag utilizzando tre soldati presenti in quel momento sul campo della battaglia ormai terminata e che peraltro appartenevano alla 8a Armata della Guardia del generale Čujkov che non aveva avuto alcun ruolo nel famoso combattimento

Nonostante la bandiera sovietica sventolasse sul tetto, il Reichstag non era però ancora completamente in mano sovietica. Gli scontri al suo interno continuarono per tutto il primo maggio e per il giorno successivo.

Prima della fine lo SS-Obersturmfuhrer Babick e i sopravvissuti della LSSAH riuscirono ad abbandonare l’edificio e scappare verso nord. Poi durante il 2 maggio gli ultimi 110 circa difensori rimasti si arresero. 

La seconda guerra mondiale in Europa era giunta alla fine.

LO SCENARIO

Lo scenario è in scala 20 mm con miniature in plastica e piombo di diverse ditte.

Il regolamento è Battlefront (quelli di Fire and Fury: http://www.fireandfury.com/battlefrontmain.shtml
che è un po' lento ma che permette di valorizzare le diverse armi e i diversi gradi di addestramento e
motivazione.

Sono presenti truppe tedesche regolari, SS, Volksturmm, Hitlerjugend e marinai mandati da Doenitz di
rinforzo. Tra le curiosità una squadra e un Panther equipaggiati con sistemi infrarossi.


Per i russi sono presenti carri medi e pesanti, truppe regolari, assaltatori e genieri con corazza protettiva.
Sono inoltre disponibili razzi Katiusha e artiglieria pesante di supporto

Le dimensioni dello scenario sono 200 cm x 200 cm ed è formato da 8 pannelli di polistirolo sul quale vanno posizionati gli elementi scenici.

Scenario dimostrativo. Premio Best of the Show Empoli 2021


Bibliografia

Altener Helmut: Berlin Dance of Death – Spellmount 2002
Antill Peter: Berlin1945 – Osprey Publishing Ltd 2005
Bernage Georges: Berlin 1945 – Editions Heimdal 2005
Cornish Nik: Victory in Europe – Pen and Sword Military 2010
Fest Joachim: La disfatta – Garzanti 2003
Hamilton Stephan: Bloody streets –Helion & Company Ltd 2008
Le Tissier Tony.: Berlin then and now – After the Battle 1992
Le Tissier Tony: Berlin battlefield guide – Pen and Sword Military 2008
Le Tissier Tony: Race for the Reichstag - Pen and Sword Military 1999
Moorhose Roger: Berlin at war – Vintage Books 2011
Ryan Cornelius: L’ultima battaglia – BUR 2002
Serena Marco: Fortezza Berlino – Bacchilega Editore 2007
Trevor-Roper Hugh: Gli ultimi giorni di Hitler –BUR 1999

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